Mesi di lockdown hanno modificato il nostro modo di vivere la città. La frenesia del passato spesso ci distraeva da ciò che era veramente importante, lo smart working e l'essere costretti a rimanere a casa ci ha fatto capire quanto confortevole debba essere la nostra casa ma soprattutto ha posto l'attenzione su ciò che è locale. L'importanza del luogo in cui viviamo ha fatto nascere nuovi concetti di urbanistica, sempre più si parla di quartieri 20 minuti.
COSA SONO I "QUARTIERI 20 MINUTI"?
L'idea di fondo è che tutti i servizi essenziali debbano essere raggiungibili con una passeggiata appunto di 20 minuti.
Nato negli Stati UNiti, più precisamente a Portland, questo nuovo concetto di pianificazione strategica urbana si sta sviluppando rapidamente anche in Australia e nel Regno Unito.
Le aree residenziali così create devino assicurare ai residenti di avere nel raggio di 20 minuti a piedi tutto ciò che possa servirgli per lavorare, divertirsi e svolgere le attività quotidiane.
Come cambieranno le città dopo il COVID-19?
Dopo la pandemia, vediamo le città svuotarsi verso piccoli centri urbani dove predominano le aree verdi e dove la vita è più tranquilla. La creazione di zone ad emissioni zero, campi da gioco, scuole e spazi di collegamento sociale saranno la sfida per il futuro di architetti e piani urbanisitici.
Alla base del quartiere dei 20 minuti ci sono 5 principi fondamentali
- la località;
- la salute;
- la comunità;
- la crescita;
- la connessione.
Nel rispetto dei 5 punti, gli spostamenti oltre i limiti non verranno fermati o ridotti ma miglioreranno soltanto la vita comunitaria mettendo ala centro la qualità di vita del singolo
Ammetto che vivendo in una piccola città più o meno ci sono quartieri così come quelli della foto, però magari per città molto più grandi può essere una piacevole novità
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